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2 Marzo 2024Con il metodo Agazzi si intende una particolare metodologia scolastica sperimentale che rappresenta la scuola moderna, inventata, come dice il nome stesso dalle sorelle Agazzi alla fine del XIX secolo. Nel concreto, si tratta di un innovativo istituto per l’infanzia che si basa sul modello familiare, su un ambiente pulito, ordinato, confortevole e accogliente, su un nucleo in cui vigono sentimenti di bontà e di amicizia.
Si tratta pur sempre di una scuola dove si imparano tanti concetti, dalla forte valenza cognitiva, ma che rifugge dall’idea di qualcosa di scolastico in senso stretto: in questo ambiente si parla, si dialoga, ci si confronta come in una famiglia comune.
Il metodo scolastico Agazzi in pillole: breve storia
Ci troviamo a Mompiano, in provincia di Brescia, nel 1895: le sorelle Agazzi si trovano qui, in un asilo improvvisato, frequentato da 100 bambini e fondato sul metodo froebeliano, contro cui si scagliò ferocemente una delle sorelle, Rosa.
Secondo il metodo Froebel, infatti, l’educazione doveva liberare il divino che è insito nell’uomo, con attività strettamente legate al concetto di etico e di religioso: un’idea superata dalle sorelle Agazzi per cui, invece, l’approccio con la religione si nutre di realtà, di quotidianità, vivendo le ricorrenze come in famiglia.
Dopo il Congresso Pedagogico Nazionale di Torino del 1897 il metodo Agazzi si confermò come “asilo modello” e si lanciarono nuove basi per un nuovo approccio scolastico. In primo luogo si operò una generale bonifica dell’ambiente in cui i bambini trascorrevano le loro giornate, imparavano e giocavano insieme: ogni bimbo aveva asciugamani, bavaglini, fazzoletti puliti individuali e tante delle attività e pratiche quotidiane erano orientate infatti alla valorizzazione del singolo, pur all’interno della comunità. Proprio come avviene nel rispetto dei ruoli e delle relazioni in famiglia. In un luogo pulito e igienico, disinfettato, salubre e confortevole, i bambini cominciarono a praticare attività alternative come giardinaggio, disegno spontaneo, canto, bricolage ed esecuzione di piccoli lavoretti manuali e creativi. In un ambiente così formulato, in cui regna l’ascolto e la collaborazione, i bambini potevano dare libero sfogo alle loro personalità con esercitazioni pratiche e ricevere dunque una serie di insegnamenti alternativi, anticonvenzionali e anticonformisti.
Nell’asilo sperimentale delle sorelle Agazzi si imparavano tante cose differenti e l’insegnamento si basava proprio sull’osservazione dei bambini a livello personalizzato, su cosa raccoglievano e sugli oggetti che catturavano la loro attenzione. Con questo focus, Rosa e Carolina Agazzi fondarono il cosiddetto Museo delle Cianfrusaglie, una collezione di bottoni, conchiglie, giocattoli ordinati per colore e forma, tutti raccolti dai bambini dell’asilo. Una delle tantissime attività prodotte dal pensiero creativo dei più piccoli sotto la sapiente guida delle Agazzi.
Quali sono le differenze rispetto ad altri metodi di insegnamento più classico?
La metodologia delle sorelle Agazzi considera il linguaggio come facoltà espressiva, e l’apprendimento deve nascere dalle esigenze creative, dalle manifestazioni di sentimenti e bisogni del bambino nella sua individualità, che si ripercuotono solo successivamente sulla collettività.
Il metodo di Carolina e Rosa Agazzi si basa sulle attività da svolgere all’aria aperta, in cui il bambino può muoversi e sperimentare con le proprie manine: tra le attività educative, infatti, ricopre un ruolo importante il giardinaggio, che aiuta il bimbo a confrontarsi con un progetto, la sua esecuzione, il frutto che ne deriva.
Nel metodo Agazzi corsi e attività relative portano una ventata di novità in pedagogia, poiché suddetta metodologia è scevra da inutili intellettualismi, si basa sulla pratica, sul significato e sul significante, sull’urgenza di comunicazione che manifesta il bambino durante la crescita e le evoluzioni nell’apprendimento: oltre al giardinaggio, si svolgono altre attività che permettono di esprimersi in modo libero e spontaneo! All’interno dell’asilo Agazzi, ad esempio, nasce anche un allevamento di animali domestici, in cui i bambini imparano a confrontarsi con la natura e il mondo animale in modo del tutto genuino.
Alcune opere scritte da Rosa Agazzi
La sua personalità dominante e lo studio della pedagogia unito a una sferzata di pura innovazione per quei tempi: Rosa Agazzi è autrice di numerose pubblicazioni che si fondano su scritti occasionali, su appunti annotati durante le giornate di lavoro, proprio come un diario.
Le opere di Rosa Agazzi non si basano su studi sistematici, ma su un progetto in itinere, work in progress, su esperienze di vita vissuta a contatto con i bambini che abbracciano tutte le attività della scuola materna, dalla dal canto, dal giardinaggio, dai lavoretti creativi con carta e colori, dagli esercizi di lingua parlata.
Le sue opere più famose sono:
- La lingua parlata, libro stampato a Brescia nel 1898. In questa pubblicazione l’insegnante prova a ridurre alcuni errori tipici che si consumano all’interno del dialogo madre-figlio, ricco di storpiature e di diminutivi che creano confusione nel piccolo.
- L’abc del canto educativo, che sancisce definitivamente l’eliminazione del materiale Fröebel, così artificioso, freddo e asettico. L’obiettivo, anzi la missione delle sorelle Rosa e Carolina Agazzi, infatti, si basa sulla presentazione di materiale educativo e didattico vero, genuino, concreto, che si può toccare e con cui si può giocare, che cattura l’attenzione e le emozioni del bambino, stimolando la sua curiosità.
Per concludere, gli asili e le scuole materne che si fondano sul metodo Agazzi amano fornire al bambino un supporto emotivo e un ambiente accogliente che possano contribuire alla sua formazione cognitiva in modo libero, gioioso e spontaneo, in modo tale da creare gli individui liberi e sicuri di domani.