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9 Dicembre 2023Come diventare psicomotricista
9 Dicembre 2023Oggi la scuola cambia e la trasformazione è costante, continua e sotto gli occhi di tutti. I bambini, soprattutto nei primi anni della carriera scolastica, è vero che sono come spugne, ma questa loro facilità ad apprendere informazioni non va confusa con una prospettiva unilaterale, dove c’è un docente che impartisce una infinità di informazioni e nozioni a tanti discenti “culturalmente omologati”.
Ogni bambino, poi, ha i suoi tempi e le personali capacità in termini di attenzione e concentrazione. Fatte queste ultime considerazioni, la scuola deve permettere un ambiente molto più inclusivo e democratico delle conoscenze, abilitando metodologie che possano premiare anche la differenza caratteriale e le inclinazioni individuali, e tenere conto di un universo emotivo e cognitivo in costante evoluzione, fornendo, per altro, un contesto “a misura di bimbo”.
Nell’ecosistema educativo contemporaneo, la metamorfosi pedagogica delle metodologie didattiche si manifesta allora come una necessità imperativa, catalizzando l’attenzione verso approcci innovativi e differenziati che rispecchiano la pluralità e la diversità delle esigenze individuali dei bambini.
Solo “rivoluzionando” e rinnovando l’approccio didattico tradizionale si potrà puntare al potenziamento delle capacità del singolo discente e a valorizzare le potenzialità di ciascun individuo, promuovendo un apprendimento significativo che sia realmente calibrato ed efficace all’apprendimento.
Trascendere gli schemi rigidi e predeterminati, favorisce l’adozione di strategie educative che siano fluidamente adattabili ai contesti, alle situazioni e, soprattutto, ai soggetti dell’apprendimento, promuovendo un clima educativo stimolante e motivante.
Questa prospettiva inaugura orizzonti dinamici e flessibili, dove l’atto educativo si sottrae a logiche univoche e standardizzate, proponendosi piuttosto come un dialogo aperto e ricettivo. Al centro di questa realtà educativa e formativa contemporanea, e alla luce di nuova interpretazione della didattica, nascono due tra i più grandi e famosi metodologie di insegnamento: il Metodo Montessori e il Metodo Pizzigoni.
Ma vediamoli più nel dettaglio, per capirne caratteristiche e potenzialità.
In che cosa consiste il metodo Montessori?
Nato alla fine dell’Ottocento grazie all’intuizione della pedagogista Maria Montessori, questo metodo è oggi uno dei più diffusi ed utilizzati, soprattutto nelle scuole materne che prevedono una fascia d’età prescolare che va da 0 a 3 anni.
Quella del Metodo Montessori è una filosofia educativa sofisticata e olistica, che mette al centro della didattica il bambino e la sua capacità di apprendere nel più enorme rispetto delle personali inclinazioni e delle tempistiche specifiche.
Il Metodo promuove un sistema educativo teso a potenziare l’autonomia del singolo, attraverso la capacità e la curiosità innata del bambino che il bambino ha di esplorare personalmente il mondo che lo circonda. I bambini, infatti, tendono a conoscere attraverso la propria sensorialità l’ambiente in cui si trovano ad agire. Tutto è filtrato attraverso i sensi e, sfruttando questo canale preferenziale, il piccolo riesce a far proprie determinate informazioni relative all’esterno. I bambini così “imparano giocando”, e lo fanno all’interno di un contesto sicuro, dove cioè tutto, dall’arredo, ai giochi, fino anche all’illuminazione, è “a misura di bambino”. I piccoli, quindi, sono lasciati “liberi di agire”, seppur sotto l’occhio vigile delle maestre che hanno il compito di facilitare e “guidare” lievemente i discenti nel loro percorso (assolutamente individuale) di esplorazione e apprendimento creativi.
Ogni elemento è però meticolosamente curato, per nutrire la mente in crescita. Questo ambiente non è solo un contesto fisico, ma un universo simbiotico dove materiali, atmosfera e interazioni sono in una continua sintonia armonica, promuovendo così, attraverso l’interazione, la crescita delle potenzialità individuali.
Le esperienze si basano su giochi e attività singole o di gruppo, dove l’approccio viene svolto attraverso la manipolazione, l’osservazione e la scoperta sensoriale in generale.
Il Metodo Montessori si profila come una metodologia in grado di promuovere l’indipendenza e la capacità di crescita in autonomia del bambino di oggi, adulto di domani, dotandolo di una vera e propria bussola per orientarsi all’interno di una profonda consapevolezza di sé, sviluppando curiosità, creatività e capacità di integrare con grande adattabilità e resilienza all’ambiente esterno.
Metodo Pizzigoni cos’è?
Nasce nella Milano del ‘900 il Metodo Pizzigoni, che vede nella figura dell’insegnante Giuseppina Pizzigoni la sua madrina e più grande ispiratrice, che propose sin da subito un paradigma didattico che trascendeva le convenzioni, rivitalizzando l’approccio educativo attraverso un approccio di esperienze concrete e autenticamente vissute.
Il Metodo mette al centro dell’ecosistema didattico il singolo e la sua capacità di apprendere attraverso la propria osservazione diretta “dei fatti” che accadono nell’ambiente. Ma questa dinamica di apprendimento trasferisce il discente dall’ambiente chiuso dell’aula, trasportandolo all’esterno, meglio se a contatto con la natura, vera e grande maestra di vita. Per la Pizzigoni, infatti, l’aula è un ambiente assolutamente depotenziante che non fa emergere, piuttosto appiattisce e livella, le peculiarità singole e specifiche degli alunni. Questi ultimi, infatti, se posti all’interno di un giardino, di un parco, e comunque in un ambiente verde, dove la natura esplica la propria vitalità, possono apprendere in maniera migliore, e semplicemente osservando. Si apprende così il trascorrere delle stagioni, anche facendo esperienza tattile della neve o della pioggia, si conosce, ad esempio, la botanica, notando l’alternarsi delle fioriture e comprendendo “sul campo” nozioni di carattere anche complesso.
Ogni ambiente esterno diventa una “fucina” di stimoli: i giardini, le strade, l’ippodromo, le fabbriche. Tutto può diventare una luogo stimolante per trasferire insegnamenti e in questa prospettiva non è solo la scuola l’ambiente per eccellenza dell’insegnamento, ma lo diventa tutto. E così anche le famiglie, i giardinieri, i dipendenti di una azienda e via dicendo possono diventare “insegnanti” di qualcosa, proprio in virtù della propria preparazione e competenza in un determinato campo o settore.
In questa maniera si facilita un’evoluzione organica e armonica delle competenze, privilegiando una continua interazione dell’alunno con il tessuto variopinto della realtà circostante.
Una delle maggiori innovazioni apportate da questo metodo è dunque la sua straordinaria capacità di attivare e nutrire l’attenzione spontanea degli alunni, mentre il luogo funge da catalizzatore, per innescare processi cognitivi intrisi di grande curiosità, libertà, esplorazione e scoperta.
Confronto tra i due metodi: quando scegliere uno e quando preferire l’altro
Arrivati sino a qui, allora, possiamo dire che queste due metodologie, con le loro uniche sfaccettature e approcci, offrono cammini correlati e complementari verso la realizzazione del potenziale umano attraverso processi educativi meticolosi e ben articolati che, in parte, tendono a coincidere nell’obiettivo finale.
Entrambi i metodi, il Montessori e il Pizzigoni, sottolineano, infatti, l’importanza dell’individualità nell’educazione “più scolastica” il primo e più “esistenziale” il secondo, promuovendo comunque ambienti che rispettano e nutrono la crescita personale e l’apprendimento auto-diretto. Il metodo Montessori si basa indubbiamente più sul libero gioco educativo che, all’interno di un ambiente strutturato ma flessibile, preparato con materiali specifici, facilita l’apprendimento autonomo e la scoperta attraverso la personale curiosità naturale.
Il Metodo Pizzigoni, d’altra parte, pone un’enfasi considerevole sull’esperienza diretta e pratica, promuovendo l’interazione continua con l’ambiente naturale e sociale, così come lo stesso si offre e presenta, senza un intervento esterno che lo vada a modificare.
Questa metodologia facilita pertanto un tipo di apprendimento che è intrinsecamente legato alla vita quotidiana, promuovendo un’educazione che sia realistica e profondamente radicata nelle esperienze personali degli studenti.
In definitiva la scelta di un metodo piuttosto che l’altro dipende esclusivamente dalle specifiche esigenze e dagli obiettivi degli studenti e degli educatori. Se la volontà è quella di “ricreare” una struttura ben definita, con materiali educativi specializzati e un focus sullo sviluppo cognitivo precoce, probabilmente il Metodo Montessori potrebbe essere quello più adatto. Diversamente qualora invece si propendesse per la promozione di un apprendimento fortemente relazionato con l’ambiente naturale esterno e le esperienze quotidiane, probabilmente potrebbe essere più appropriato adottare il Metodo Pizzigoni, che facilita per l’appunto un’immersione più profonda nelle esperienze pratiche e quotidiane.
Per questo se sei un docente di scuola primaria o lavori come educatore o educatrice in un asilo nido, ti proponiamo i nostri corsi formativi per docenti sul Metodo Montessori e sul Metodo Pizzigoni.
Entrambe sono certificazioni accreditate, in quanto a fine del percorso sarà possibile avere gli specifici attestati di frequenza rilasciati, per il primo, dalla Mediaform E.Q.I.A. (Educational Qualifications and International Assessments) e, per il secondo, da Ansi Formazione, entrambi enti accreditati MIUR, secondo la Direttiva 170/2016.
Quale miglior approfondimento didattico su queste due metodologie per completare il tuo curriculum?